E’ ufficiale: Jorge Lorenzo ha firmato con Ducati Corse per le stagioni 2017 e 2018.
25 milioni d'ingaggio per accettare una sfida più che incerta. Ma finalmente dopo Stoner e Rossi, i Ducatisti (e gli sponsor) avranno di nuovo un top rider sulla Desmosedici.
Non era scontato che il pilota maiorchino accettasse l'offerta. Valentino Rossi disse: ci vuole davvero coraggio per andare alla Ducati, quindi resterà in Yamaha. E ci vuole ancora più coraggio aggiungiamo noi, per lasciare sul tavolo l'offerta di Yamaha (che pare fosse di 20 milioni) e la garanzia de facto di disporre della moto più competitiva del mondiale: la M1.
Qualcuno potrebbe dire che ha avuto 25 milioni di buone ragioni per firmare. Ma non si è trattato solo di soldi. Al contrario.
E' evidente di come dopo la conquista dei titoli iridati moto e pilota 2015, i rapporti fra Yamaha e Lorenzo si siano raffreddati.
Mentre Rossi rinnovava il suo contratto da pilota e stringeva alleanze commerciali con i giapponesi di Iwata (la VR46 cura il merchandising di Yamaha), Lorenzo valutava la munifica offerta della squadra italiana.
Ci sembra quasi assurdo che Yamaha abbia permesso che un pilota come Lorenzo andasse alla concorrenza. Perchè se il carisma e la popolarità di Rossi sono ineguagliabili, Lorenzo (al pari di Marquez) è attualmente il pilota più competitivo sul mercato.
"Ci vuole coraggio per andare in Ducati".
L'espressione originale usata da Valentino era più spontanea e colorita, ma è così ed è vero.
Quando Rossi andò in Ducati nel 2011, la Desmosedici con Stoner vinse 3 delle ultime 6 gare della stagione precedente. La competitività della moto non era affatto in discussione.
Ad oggi, nonostante gli ingenti sforzi per migliorare la moto, in Ducati la vittoria manca ancora dall'ultimo successo ottenuto con Stoner nel 2010.
Quindi sì, ci vuole coraggio. E come poi ha riconosciuto lo stesso Valentino: “Jorge ha avuto coraggio”.
25 milioni d'ingaggio per accettare una sfida più che incerta. Ma finalmente dopo Stoner e Rossi, i Ducatisti (e gli sponsor) avranno di nuovo un top rider sulla Desmosedici.
Non era scontato che il pilota maiorchino accettasse l'offerta. Valentino Rossi disse: ci vuole davvero coraggio per andare alla Ducati, quindi resterà in Yamaha. E ci vuole ancora più coraggio aggiungiamo noi, per lasciare sul tavolo l'offerta di Yamaha (che pare fosse di 20 milioni) e la garanzia de facto di disporre della moto più competitiva del mondiale: la M1.
Qualcuno potrebbe dire che ha avuto 25 milioni di buone ragioni per firmare. Ma non si è trattato solo di soldi. Al contrario.
E' evidente di come dopo la conquista dei titoli iridati moto e pilota 2015, i rapporti fra Yamaha e Lorenzo si siano raffreddati.
Mentre Rossi rinnovava il suo contratto da pilota e stringeva alleanze commerciali con i giapponesi di Iwata (la VR46 cura il merchandising di Yamaha), Lorenzo valutava la munifica offerta della squadra italiana.
Ci sembra quasi assurdo che Yamaha abbia permesso che un pilota come Lorenzo andasse alla concorrenza. Perchè se il carisma e la popolarità di Rossi sono ineguagliabili, Lorenzo (al pari di Marquez) è attualmente il pilota più competitivo sul mercato.
"Ci vuole coraggio per andare in Ducati".
L'espressione originale usata da Valentino era più spontanea e colorita, ma è così ed è vero.
Quando Rossi andò in Ducati nel 2011, la Desmosedici con Stoner vinse 3 delle ultime 6 gare della stagione precedente. La competitività della moto non era affatto in discussione.
Ad oggi, nonostante gli ingenti sforzi per migliorare la moto, in Ducati la vittoria manca ancora dall'ultimo successo ottenuto con Stoner nel 2010.
Quindi sì, ci vuole coraggio. E come poi ha riconosciuto lo stesso Valentino: “Jorge ha avuto coraggio”.