on the road con la ducati xdiavel s
ducati | xdiavel s | XDIAVEL ROAD TEST |
0. Quando non te l'aspetti
Alcune settimane fa ero in una task force come consulente per un progetto automotive e la società ci aveva assegnato degli uffici all' ultimo piano del palazzo per aumentare la riservatezza.
Il posto non era male e la vista invece era davvero splendida.
-E inoltre avevamo caffè e mini croissant sempre caldi-
Tuttavia le finestre non potevano essere aperte, ed era necessario raggiungere il piano terra per respirare aria che non arrivasse da un condotto.
Un giorno -storia vera- ho invidiato un piccione che stava facendo una passeggiata sul mio davanzale.
Sò quello che state pensando, ma il piccione possedeva un bene molto raro. La libertà.
Noi invece, seduti da ore con i volti illuminati dagli schermi dei laptop avevamo caffè & croissant.
Quando ho visto fra le mail l'invito di MNW per provare la nuova Ducati X Diavel S, è stato come l'arrivo del suono della campanella a scuola.
Durante il viaggio mi sono chiesto se la vecchia equazione:
Moto = Libertà
stia ancora in piedi.
Anche ora che abbiamo sempre fretta, che riceviamo troppe mail e notifiche di messaggi grazie alla connessione costante.
Il posto non era male e la vista invece era davvero splendida.
-E inoltre avevamo caffè e mini croissant sempre caldi-
Tuttavia le finestre non potevano essere aperte, ed era necessario raggiungere il piano terra per respirare aria che non arrivasse da un condotto.
Un giorno -storia vera- ho invidiato un piccione che stava facendo una passeggiata sul mio davanzale.
Sò quello che state pensando, ma il piccione possedeva un bene molto raro. La libertà.
Noi invece, seduti da ore con i volti illuminati dagli schermi dei laptop avevamo caffè & croissant.
Quando ho visto fra le mail l'invito di MNW per provare la nuova Ducati X Diavel S, è stato come l'arrivo del suono della campanella a scuola.
Durante il viaggio mi sono chiesto se la vecchia equazione:
Moto = Libertà
stia ancora in piedi.
Anche ora che abbiamo sempre fretta, che riceviamo troppe mail e notifiche di messaggi grazie alla connessione costante.
1. Arrivo & partenza
Quando l'aereo atterra è già notte e la stanchezza sembra sparita di colpo. Chiedo al taxi di cambiare strada e lasciarmi alla sede di Motor News World con la speranza che il custode mi lasci passare nonostante l'ora.
La moto è stata consegnata solo da poche ore ed là, parcheggiata da qualche parte che mi aspetta.
Raggiunto il garage, cerco l'XDiavel nell'oscurità interrotta dall'intermittenza dei neon che non ne vogliono sapere di avviarsi. In veloci fotogrammi alternati di luce fredda e buio, le lampade cominciano a scaldarsi e appare una sagoma lunga e felina. Nera come il buio della notte.
Senza perdere un minuto, mi precipito in ufficio per firmare documenti per il ritiro della moto e lascio tutto in vista sulla mia scrivania. Poi metto tutte le monetine che ho nella macchinetta del caffè in modo da riempire fino all'orlo un bicchiere di carta.
Per un istante guardo il trolley con cui sono arrivato e riparto portando con me soltanto lo stretto necessario. Ogni volta è difficile da credere, ma viaggiando in moto scopri che lo stretto necessario basta. E avanza.
La moto è stata consegnata solo da poche ore ed là, parcheggiata da qualche parte che mi aspetta.
Raggiunto il garage, cerco l'XDiavel nell'oscurità interrotta dall'intermittenza dei neon che non ne vogliono sapere di avviarsi. In veloci fotogrammi alternati di luce fredda e buio, le lampade cominciano a scaldarsi e appare una sagoma lunga e felina. Nera come il buio della notte.
Senza perdere un minuto, mi precipito in ufficio per firmare documenti per il ritiro della moto e lascio tutto in vista sulla mia scrivania. Poi metto tutte le monetine che ho nella macchinetta del caffè in modo da riempire fino all'orlo un bicchiere di carta.
Per un istante guardo il trolley con cui sono arrivato e riparto portando con me soltanto lo stretto necessario. Ogni volta è difficile da credere, ma viaggiando in moto scopri che lo stretto necessario basta. E avanza.
2. Power!
Schiacciato il pulsante dell'accensione, il motore parte subito ringhiando con la voce di un grosso cane da guardia che è meglio tenersi amico. Una belva incrocio di varie razze.
L'XDiavel in fondo è questo: un mashup di cose diverse che ne creano una che non c'era.
Ci vuole poco ad accorgersi che non si tratta semplicemente di una cruiser con il marchio Ducati: è una moto con due anime distinte e opposte che convivono senza strappi. L'XDiavel è infatti una vera cruiser quando vuoi che si comporti come una cruiser. E una vera Ducati quando vuoi guidare una Ducati. Grazie a una ciclistica da riferimento e a un motore protagonista assoluto. Impaziente di scatenarsi appena si allentano le briglie, ma in grado di procedere ad andatura da parata.
Sulla strada, quando le luci della città non si riflettono sul serbatoio tirato a lucido, il buio della notte si confonde con la vernice nera -unico colore disponibile- mentre chilometro dopo chilometro scopro una moto in grado di emozionare.
La posizione di guida dell'XDiavel è atipica per chi è abituato alle moto europee, perchè le pedane sono avanzate come piace dall'altra parte dell'oceano. E a poco serve regolarle e arretrarle.
Ma il feeling con l'anteriore è comunque soddisfacente.
Al posteriore il grosso gommone da 24'' ha una grande valenza estetica e regala un appoggio generoso in piega, ma soprattutto permette di scaricare a terra la potenza del motore (e il motore in questo caso spinge come un toro).
Il propulsore, con il suo tiro infinito è il centro di gravità dell'universo XDiavel.
Immaginate una curva di coppia che fa venire in mente quella di un motore elettrico (quello di una Tesla per intenderci).
L'aumento di cilindrata a 1262cc e la fasatura variabile DVT hanno reso questo bicilindrico sempre pronto a qualunque regime di giri.
Ha un carattere unico: ti può portare a spasso sul lungomare, ed è pronto a spararti come un proiettile a qualunque rotazione coraggiosa della manopola del gas.
Ma i 152 cavalli, i 13,3 Kgm di coppia e tutto quello di cui abbiamo parlato non sono ancora abbastanza.
La moto è nata con un design iconico. Senza non si andrebbe molto lontano e l'XDiavel S ha uno stile essenziale e semplice. Nessuna complicazione.
Il faro ha l'illuminazione led DRL con un personale disegno a omega. Rivedremo questo tratto distintivo anche sulle future naked bolognesi.
Il telaio a traliccio è corto -quindi leggero- agganciato alle teste dei cilindri e ricorda quello della Desmosedici che portò a Bologna il titolo mondiale della Motogp.
Il forcellone è uno scultoreo monobraccio a traliccio mentre il motore, portante, esteticamente ha guadagnato maggiore pulizia grazie allo spostamento della pompa dell'acqua al centro della V dei cilindri.
Poi basta. Niente plastiche e cover. Passare davanti a una grossa vetrina e vedere il proprio riflesso in sella a questa moto regala soddisfazione.
Sulla moto c'è soltanto l'essenziale e quello che c'è è bello da vedere.
Dopo aver girato per la città durante la notte, è il momento di far ruggire l'X Diavel S.
Ruotando la manopola con decisione, la sensazione è davvero quella di essere sparati come una pallottola: la ciclistica garantisce rigore e precisione e uscendo forte dalle curve i rettilinei sembrano più corti del normale...
Dal punto di vista ergonomico il serbatoio è un po' troppo largo e questo è l'unico vero appunto: non permette di essere stretto con le ginocchia e si è costretti ad aggrapparsi al manubrio. A trattenere il pilota, anche nelle accelerazioni fuorilegge ci pensa comunque la sella ben sagomata. Attenzione quindi a non perdervi l'eventuale passeggero.
L'XDiavel in fondo è questo: un mashup di cose diverse che ne creano una che non c'era.
Ci vuole poco ad accorgersi che non si tratta semplicemente di una cruiser con il marchio Ducati: è una moto con due anime distinte e opposte che convivono senza strappi. L'XDiavel è infatti una vera cruiser quando vuoi che si comporti come una cruiser. E una vera Ducati quando vuoi guidare una Ducati. Grazie a una ciclistica da riferimento e a un motore protagonista assoluto. Impaziente di scatenarsi appena si allentano le briglie, ma in grado di procedere ad andatura da parata.
Sulla strada, quando le luci della città non si riflettono sul serbatoio tirato a lucido, il buio della notte si confonde con la vernice nera -unico colore disponibile- mentre chilometro dopo chilometro scopro una moto in grado di emozionare.
La posizione di guida dell'XDiavel è atipica per chi è abituato alle moto europee, perchè le pedane sono avanzate come piace dall'altra parte dell'oceano. E a poco serve regolarle e arretrarle.
Ma il feeling con l'anteriore è comunque soddisfacente.
Al posteriore il grosso gommone da 24'' ha una grande valenza estetica e regala un appoggio generoso in piega, ma soprattutto permette di scaricare a terra la potenza del motore (e il motore in questo caso spinge come un toro).
Il propulsore, con il suo tiro infinito è il centro di gravità dell'universo XDiavel.
Immaginate una curva di coppia che fa venire in mente quella di un motore elettrico (quello di una Tesla per intenderci).
L'aumento di cilindrata a 1262cc e la fasatura variabile DVT hanno reso questo bicilindrico sempre pronto a qualunque regime di giri.
Ha un carattere unico: ti può portare a spasso sul lungomare, ed è pronto a spararti come un proiettile a qualunque rotazione coraggiosa della manopola del gas.
Ma i 152 cavalli, i 13,3 Kgm di coppia e tutto quello di cui abbiamo parlato non sono ancora abbastanza.
La moto è nata con un design iconico. Senza non si andrebbe molto lontano e l'XDiavel S ha uno stile essenziale e semplice. Nessuna complicazione.
Il faro ha l'illuminazione led DRL con un personale disegno a omega. Rivedremo questo tratto distintivo anche sulle future naked bolognesi.
Il telaio a traliccio è corto -quindi leggero- agganciato alle teste dei cilindri e ricorda quello della Desmosedici che portò a Bologna il titolo mondiale della Motogp.
Il forcellone è uno scultoreo monobraccio a traliccio mentre il motore, portante, esteticamente ha guadagnato maggiore pulizia grazie allo spostamento della pompa dell'acqua al centro della V dei cilindri.
Poi basta. Niente plastiche e cover. Passare davanti a una grossa vetrina e vedere il proprio riflesso in sella a questa moto regala soddisfazione.
Sulla moto c'è soltanto l'essenziale e quello che c'è è bello da vedere.
Dopo aver girato per la città durante la notte, è il momento di far ruggire l'X Diavel S.
Ruotando la manopola con decisione, la sensazione è davvero quella di essere sparati come una pallottola: la ciclistica garantisce rigore e precisione e uscendo forte dalle curve i rettilinei sembrano più corti del normale...
Dal punto di vista ergonomico il serbatoio è un po' troppo largo e questo è l'unico vero appunto: non permette di essere stretto con le ginocchia e si è costretti ad aggrapparsi al manubrio. A trattenere il pilota, anche nelle accelerazioni fuorilegge ci pensa comunque la sella ben sagomata. Attenzione quindi a non perdervi l'eventuale passeggero.
3. 3.600.000.
Dopo qualche ora in sella ci si inizia a riappropriare di un mondo fatto di sensazioni conosciute e nuove, curva dopo curva.
Dal bicilindrico bolognese -soprattutto in modalità "sport"- aspettatevi l'energia senza fine e il "grunt" del V8 di una pony car americana. Sembra che nulla possa andare storto quando si guida un motore del genere.
Quotidianamente trascorriamo più tempo guardando il mondo da uno schermo che con i nostri occhi. Il pc a lavoro, la tv dal divano...e molta gente ha lo sguardo incollato allo schermo del telefono anche quando cammina. Mentre guidiamo una motocicletta invece siamo esposti, immersi nel mondo che ci circonda. Attori invece che spettatori.
Ci spazientiamo in coda, al semaforo o per una connessione lenta.
Siamo abituati a contare i secondi e poi ci accorgiamo che immersi nella routine quotidiana ci sfuggono gli anni.
Ma sulla moto conta solo il presente. E rallentare ci fa guardare dentro di noi e renderci conto di quello che abbiamo intorno.
Rallentare ci restituisce il tempo invece che farcelo perdere e permette di godere il più possibile dell'intensità del cielo.
Quando scegliamo una direzione invece che una meta, non proviamo soltanto l'emozione della continua scoperta: stringiamo le redini della nostra esistenza.
Ogni ora della nostra vita disponiamo di un capitale di 3.600.000 millisecondi. Sta a noi decidere cosa farci.
Dal bicilindrico bolognese -soprattutto in modalità "sport"- aspettatevi l'energia senza fine e il "grunt" del V8 di una pony car americana. Sembra che nulla possa andare storto quando si guida un motore del genere.
Quotidianamente trascorriamo più tempo guardando il mondo da uno schermo che con i nostri occhi. Il pc a lavoro, la tv dal divano...e molta gente ha lo sguardo incollato allo schermo del telefono anche quando cammina. Mentre guidiamo una motocicletta invece siamo esposti, immersi nel mondo che ci circonda. Attori invece che spettatori.
Ci spazientiamo in coda, al semaforo o per una connessione lenta.
Siamo abituati a contare i secondi e poi ci accorgiamo che immersi nella routine quotidiana ci sfuggono gli anni.
Ma sulla moto conta solo il presente. E rallentare ci fa guardare dentro di noi e renderci conto di quello che abbiamo intorno.
Rallentare ci restituisce il tempo invece che farcelo perdere e permette di godere il più possibile dell'intensità del cielo.
Quando scegliamo una direzione invece che una meta, non proviamo soltanto l'emozione della continua scoperta: stringiamo le redini della nostra esistenza.
Ogni ora della nostra vita disponiamo di un capitale di 3.600.000 millisecondi. Sta a noi decidere cosa farci.
4. ICE.
L'andatura è allegra, ma anche quella di chi non ha nessuna fretta perché in fondo non c'è nessuna meta.
Il motore è sempre abbastanza educato nell'incedere tranquillo e permette di godersi il paesaggio, grazie alla trasmissione a cinghia e alle mappature, ma è difficile trattenersi dal ruotare la manopola per sentirlo ruggire. Riesce sempre a sorprendere per quanto è instancabile e pronto a scatenarsi con la forza di una tempesta appena si desidera.
A circa 2000 m d'altezza, attraversando un altopiano l'aria diviene tagliente e si vede qualche cumulo di neve negli avvallamenti dei prati. Sul display lampeggia la scritta "ICE" a segnalare il possibile pericolo, ma dalle nuvole filtra una luce abbagliante che porta con sé il piacevole calore del sole e fortunatamente scalda come si deve.
Ogni strada ha un vento che l'accompagna. E qui il vento spinge così forte da doversi aggrappare al manubrio e stringersi alla moto come si può, sperando che vada tutto bene. E va tutto bene!
Il motore è sempre abbastanza educato nell'incedere tranquillo e permette di godersi il paesaggio, grazie alla trasmissione a cinghia e alle mappature, ma è difficile trattenersi dal ruotare la manopola per sentirlo ruggire. Riesce sempre a sorprendere per quanto è instancabile e pronto a scatenarsi con la forza di una tempesta appena si desidera.
A circa 2000 m d'altezza, attraversando un altopiano l'aria diviene tagliente e si vede qualche cumulo di neve negli avvallamenti dei prati. Sul display lampeggia la scritta "ICE" a segnalare il possibile pericolo, ma dalle nuvole filtra una luce abbagliante che porta con sé il piacevole calore del sole e fortunatamente scalda come si deve.
Ogni strada ha un vento che l'accompagna. E qui il vento spinge così forte da doversi aggrappare al manubrio e stringersi alla moto come si può, sperando che vada tutto bene. E va tutto bene!
5. Contatto!
Il cielo appare di un colore livido e sulle montagne intorno echeggiano profondi mormorii di tuoni. Non fanno molta paura, forse sembra d'averci fatto l'abitudine, perché
dalla doppia uscita laterale dello scarico esce costantemente un forte rombo cupo. Proprio l'heavy metal thunder di cui parla Born to Be Wild.
Accelerando lascio velocemente i tuoni e tutto il resto alle mie spalle puntando il muso dell'XDiavel in direzione del bel tempo.
Viaggiare su una motocicletta va oltre il trasporto, ti mette in contatto con la vita.
Ti costringe a lasciare le certezze per l'avventura, valutare i rischi, controllare la paura e permettere all'ottimismo d' entrare in azione.
È una cosa che ogni tanto dovrebbero provare tutti.
In sella dopo tante ore fra strada e cielo, mi accorgo di stare sorridendo. E' ora di fare ritorno, ma la sensazione è che si potrebbe andare avanti così per sempre. Perché qualcosa cambia o si rimette al suo posto: d'un tratto la mente ritorna a fare contatto col cuore.
E ci si sente liberi.
dalla doppia uscita laterale dello scarico esce costantemente un forte rombo cupo. Proprio l'heavy metal thunder di cui parla Born to Be Wild.
Accelerando lascio velocemente i tuoni e tutto il resto alle mie spalle puntando il muso dell'XDiavel in direzione del bel tempo.
Viaggiare su una motocicletta va oltre il trasporto, ti mette in contatto con la vita.
Ti costringe a lasciare le certezze per l'avventura, valutare i rischi, controllare la paura e permettere all'ottimismo d' entrare in azione.
È una cosa che ogni tanto dovrebbero provare tutti.
In sella dopo tante ore fra strada e cielo, mi accorgo di stare sorridendo. E' ora di fare ritorno, ma la sensazione è che si potrebbe andare avanti così per sempre. Perché qualcosa cambia o si rimette al suo posto: d'un tratto la mente ritorna a fare contatto col cuore.
E ci si sente liberi.
A.F.
Equipaggiamento.
Può interessarti anche: